Introduzione di Maria Nadotti
Traduzione di Alessandra Maestrini
Edizione integrale
David Golder nel nome rivela l’essenza della sua vita: niente al mondo lo interessa se non riguarda il denaro; fare soldi, conservarli, investirli, guadagnare a tutti i costi è ciò che conta. Ricchissimo e potente uomo d’affari ebreo d’origini russe, è talmente cinico e avido che arriva al punto di causare il suicidio del socio Marcus, suo collaboratore da ventisei anni. La moglie Gloria e la figlia Joyce sono come lui, e gli stanno accanto solo perché è una fonte di ricchezza. Cinismo, freddezza, rapporti umani basati sulle leggi dell’utile, del do ut des: è il mondo di cui questo romanzo rappresenta una terribile, lucida e inappellabile condanna.
Alzò all’improvviso il paralume, in modo da far ricadere tutta la luce della lampada sul volto di Simon Marcus, seduto di fronte a lui dall'altra parte del tavolo. Per un istante guardò le pieghe, le rughe, che correvano su tutto il viso scuro e allungato dell’uomo come su acque cupe, agitate dal vento, ogni volta che le sue labbra o le palpebre si muovevano. Ma gli occhi pesanti, addormentati, da orientale rimanevano calmi, annoiati, indifferenti. Un volto chiuso come un muro.