Che fine hanno fatto i criminali del Terzo Reich?
Primavera 1945. Il Terzo Reich è allo sbando. In che modo si può sfuggire alla forca o al plotone di esecuzione? Che avvenga tramite cianuro o revolver, il suicidio sembra la via d’uscita migliore: soluzione scelta, tra gli altri, da Himmler e Göring, da Hitler e Goebbels. Chi non riesce a togliersi la vita scompare, come Heinrich Müller, il capo della Gestapo. Alcuni, come Wernher von Braun o Reinhard Gehlen, si mettono a disposizione degli Alleati. Altri, come Alois Brunner, Adolf Eichmann, Klaus Barbie e Josef Mengele, riescono a fuggire in Egitto, Siria o Sud America. Il numero di coloro che hanno pagato per i crimini con la vita, dopo la caduta di Hitler, è irrisorio: solo ottantuno impiccagioni di alti funzionari. Studiando gli archivi della Stasi e quelli della Germania federale, Jean-Paul Picaper è riuscito a seguire le tracce dei criminali di guerra e a ricostruire la loro disfatta, scomparsa e morte. Questo libro è il risultato di una lunga inchiesta, supportata da testimonianze e rivelazioni, che getta anche ombre sinistre sulle istituzioni che hanno offerto protezione ai criminali nazisti.
Suicidi, in fuga all’estero, condannati alla pena capitale: il destino dei più feroci criminali nazisti in un saggio documentato e scioccante
All’interno del volume:
Una disamina dettagliata del crollo del terzo reich
Un’indagine sulla scomparsa di molti ufficiali nazisti la ricostruzione dei molti suicidi che li hanno coinvolti
La storia dei sequestri di ex ufficiali nazisti da parte del Mossad
La storia della collaborazione degli ex ufficiali con gli Alleati