Felicia Kingsley. La prova del cuoco
Intervista di Sara Scarafia su Robinson - la Repubblica
Autrice più letta del 2023 e vincitrice del TikTok Book Award. La regina del romance torna con una storia di sesso e cibo. E qui ci racconta la sua ricetta
Che aria tira lassù signora Kingsley? Scrittrice più letta del 2023, autrice dell’anno ai TikTok Book Award, quattordici libri bestseller con traduzioni in corso in sedici paesi e tre romanzi opzionati da case di produzione cinematografiche. Un successo che ha sdoganato qualsiasi cliché — la narrativa di genere scritta dalle donne è la più amata dagli italiani — e che la modenese classe 1987 affronta pubblicando un libro dopo l’altro (e, ci piace ricordarlo, scrivendo per Robinson). Il 3 settembre arriva in libreria Una conquista fuori menù: ambientato in un ristorante di New York, è una storia tutt’altro che politicamente corretta e anche molto piccante. Mentre parliamo al telefono per questa intervista, si senta la vocina del figlio di Kingsley che quest’anno ha fatto vacanze tranquille in attesa di un tour, a settembre, che la porterà di nuovo in giro per l’Italia: le code ai suoi firmacopie, giornate intere, sono ormai leggenda.
Kingsley, nella prima scena Julia, la sua nuova protagonista, scende dall’aereo e si chiude in albergo con un passeggero conosciuto durante il volo. Raccontare il sesso dal punto di vista delle donne è femminista?
«Femminista? Io credo che comprendere certe dinamiche oggi sia più che altro questione di buon senso. Attraverso Julia ho espresso un po’ dei miei pensieri. C’è per esempio quel passaggio nel quale spiega cos’è la violenza per una donna e di come tutte siano abituate a conviverci fin da giovanissime. Julia fa un corso di autodifesa e oggi sono tante le ragazze che ne sentono la necessità».
No spoiler: però possiamo dire che il suo nuovo romanzo scardina il confine netto tra il bene e il male. La protagonista è figlia di una famiglia di italo-americani da un passato un po’ oscuro sulla quale Dwight (care lettrici vi ricordate “Due cuori in affitto”?) indaga infiltrandosi come sous chef nella cucina del loro ristorante...
«Esistono i grigi ed era quello spazio lì che io volevo raccontare. Per scrivere di cucina mi sono documentata sui libri di Anthony Bourdain che raccontava di come le cucine dei ristoranti di New York siano piene di ragazzi che cercano un riscatto dopo scelte sbagliate».
La storia è un perfetto enemy to lovers. Il primo incontro tra Julia e Dwight è più che altro uno scontro.
«È una cosa che è successa anche a me: incrocio, traffico, pioggia, lo str... che invece di rallentare accelera e ti bagna dalla testa ai piedi. Solo che nel mio caso il semaforo non è diventato rosso e il maleducato in questione non era un figo e non era in moto».
Julia è affetta da una malattia, che ha anche delle conseguenze visibili: una scelta molto inclusiva.
«Mi sono ispirata a una mia cara amica, Serena, e ho scelto di raccontare una cosa che accade a molte donne: convivere con un problema di salute che può incidere sulla tua via sessuale, affettiva. Bisogna imparare a volersi ancora più bene».
Possiamo dire che “Una conquista fuori menù” è molto spicy?
«Ma non subito, lo spicy te lo devi guadagnare».
E che è molto divertente?
«I dialoghi sono la cosa che mi piace di più scrivere. E, senza volermi paragonare a Pirandello, siamo in due scaffali diversi della libreria, è stato lui a insegnarci che con l’umorismo si può dire tanto».
A proposito di malattia: Sophia Kinsella, che ha messo nel pantheon delle autrici che l’hanno formata, ha deciso di raccontare il tumore molto aggressivo contro il quale sta lottando e che adesso sarà al centro del suo nuovo libro in uscita in autunno.
«Incrocio le dita per lei. Mi sento coinvolta come fosse una mia amica, anche se lei non ha idea di chi io sia. Kinsella si è praticamente inventata un genere ed è stata la prima a far lavorare le sue protagoniste: una rivoluzione».
L’anno scorso tra le tante cose, ha anche tradotto “Una ragazza fuori moda” di Louisa May Alcott.
«A proposito di visionarie: Alcott in quel libro dice quanto è importante per una donna lavorare e avere la sua indipendenza. Siamo nel 1860! Eppure un lettore mi ha scritto lamentandosi del fatto che alla fine la protagonista si sposava e che si trattava di un romanzo patriarcale. Sono saltata dalla sedia: patriarcale? Un’autrice che nel 1860 rivendica l’indipendenza delle donne?».
Qui entriamo in un argomento di stringente attualità: l’ideologia woke sostiene che sia giusto adeguare il linguaggio allo spirito del tempo. Quindi si eliminano da Roald Dahl le espressioni che oggi sono ritenute offensive e si aggiornano le traduzioni. Giusto o sbagliato?
«Da un lato io credo che la sensibilità woke, che ci chiede di riflettere di più prima di parlare, sia una bella conquista. Dall’altro però il rischio è di cadere nell’Inquisizione. La fiction è fiction. I libri non ricalcano le opinioni di chi li ha scritti: che dovremmo fare sennò con un romanzo importante come Trainspotting di Irvine Welsh? E soprattutto, se metti una testa nella ghigliottina, domani ci potrebbe finire la tua. Ce lo ha insegnato la Rivoluzione francese».
E quindi? C’è una via di mezzo tra la revisione a tutti i costi e il linguaggio come arma di distruzione?
«La lettura critica è fondamentale. L’ermeneutica. I testi vanno contestualizzati».
Eppure lei ha scelto di usare i “trigger warning”, le avvertenze sugli argomenti sensibili trattati nei romanzi che scrive.
«Ho scelto di metterli perché magari ci sono lettori un po’ sensibili che non si sentono pronti per certi argomenti. Ma non faccio liste troppo specifiche e, in ogni caso, non è che i trigger warning sono sufficienti a salvarti dalle critiche: quello che dico è, “lettore, guarda, questa è una commedia romantica, ma non è cuore, sole e amore fino alla fine”».
Stiamo sovraccaricando i libri di responsabilità?
«Sì. I libri non hanno una morale né un scopo educativo. L’educazione è qualcosa di attivo che dipende dalle persone, dalla famiglia, dalla scuola, dal sistema sociale. Se cominciamo a caricare di responsabilità i libri, allora carichiamo di responsabilità le canzoni, i film, tutto. Questo non vuol dire che dobbiamo sempre proporre modelli al limite dell’accettabile, però bisogna tenere in mente che quella è fiction e all’interno della fiction ci possono essere dei passaggi anche controversi».
Mentre parliamo si sente la vocina del figlio di Kingsley che quest’anno ha fatto vacanze tranquille in attesa di un tour, a settembre, che la porterà di nuovo in giro per l’Italia: le code ai suoi firmacopie, giornate intere, sono ormai leggenda.
Nell’ultimo romanzo il cibo ha tanto spazio: lei ama cucinare?
«Ho un rapporto altalenante con l’argomento. Se mi decido, sono capace di arrivare dall’altra parte della città per comprare quell’ingrediente che mi sembra essenziale: ma spesso lo ritrovo in dispensa dopo mesi chiedendomi perché mai lo avessi comprato. Diciamo che se sono da sola, mangio una mozzarella direttamente nello sgocciolatoio del lavandino. Però a Modena la cucina è la stanza più importante della casa: mia nonna era la classica che faceva la sfoglia ogni domenica tirata rigorosamente col mattarello. La macchina per stendere lo sfoglio e i tortellini: quella era la vera messa della domenica, mica quella in chiesa».
Il suo bestseller “Due cuori in affitto” è tornato in edizione limitata: 10mila copie sparite in una settimana. Cosa piace tanto ai lettori?
«Blake è un uomo sopra le righe e la storia d’amore con Summer è molto passionale».
Cosa ha significato per lei vincere la prima edizione dei TikTok Book Awards come autrice dell’anno?
«Mi ha fatto molto piacere perché a votare è la community. Significa che quello che faccio sui social, dove parlo dei miei libri ma anche del mondo editoriale, funziona».
Ed essere la scrittrice più letta del 2023 dagli italiani?
«Una bella emozione ma la cosa più bella è conquistare sempre nuovi lettori. Ventenni ma anche settanta-ottantenni. C’è un signore che mi scrive a ogni lettura: prima legge lui e poi passa il romanzo alla moglie. Fantastico!».
Ultima domanda: alla fine è andata nella New York che racconta nei suoi romanzi?
«Macché: viva Maps e TikTok. Prima o poi però ci andrò».
25/08/2024