SE SEI LA RAGAZZA PIÙ AMBITA NELLA LONDRA DEL1816, DIFFICILE RIPIOMBARE NEL 2023
Rebecca studia Egittologia e divora romanzi Regency: a una rievocazione storica è catapultata nel passato.
Superato lo choc si gode balli, amori, cospirazioni e conquiste sociali (sapendo già come finisce la Storia)
Anna Premoli su Tuttolibri
In principio vi fu Jane Austen che nel periodo della Reggenza inglese, quello che va dal 1811 al 1820 e riguarda appunto il periodo in cui il sovrano Giorgio III dovette cedere per una malattia mentale il potere al figlio che alla sua morte diventerà Giorgio IV, visse e lavorò. Orgoglio e pregiudizio, il romanzo che oggi consideriamo l’emblema delle grandi storie d’amore, in verità voleva soprattutto raccontare una società spesso poco tollerante, una realtà fatta di luci e di ombre, di classi sociali impossibili da scalare, di regole ferree da seguire pena l’esclusione dalla socialità, di un mondo dove il matrimonio non era altro che una negoziazione tra famiglie e un modo per massimizzare il lato economico della faccenda.
L’autrice che però inventò il vero e proprio romance ambientato nel periodo Regency come lo intendiamo oggi fu l’inglese Georgette Heyer, la cui penna feconda generò romanzi di ogni tipo, persino una dozzina di gialli, sebbene oggi venga quasi unicamente celebrata e ricordata per essere colei che diede vita a un vero e proprio genere letterario. Iniziò a scrivere circa un secolo fa, facendo sempre ricerche storiche e sociali incredibilmente approfondite, tanto che alla sua morte lascerà ben mille testi incentrati su ogni possibile argomento, dalla moda, agli usi e costumi dell’epoca, fino ad arrivare persino ai prezzi praticati nell’Ottocento. È altamente probabile che senza di lei Julia Quinn non avrebbe mai scritto la sua famosissima saga sulla famiglia Bridgerton e Shonda Rhimes non avrebbe realizzato l’altrettanto celebrata serie televisiva, di cui attendiamo con impazienza ogni nuova stagione.
Ecco perché il desiderio di Felicia Kingsley, amatissima autrice della scuderia Newton Compton, di continuare questa lunga e consolidata tradizione di ambientare una storia proprio in quel periodo della Reggenza inglese, che tanto ci ha fatto sognare negli anni, non stupisce. Anzi, fa subito presagire a noi lettori che ci troveremo alle prese con un romanzo coi fiocchi: il bello delle storie di questo tipo è che scrittrici di ogni epoca hanno sempre trovato un modo personale e originalissimo per portare un po’ del proprio tempo in quello passato.
Rebecca, la protagonista di Una ragazzi d’altri tempi, di moderno ha addirittura la provenienza, perché, per quanto il suo amore per i tempi passati sia tale da averla indotta a diventare una studentessa di Egittologia o a desiderare di partecipare a rievocazioni storiche, in verità è una normale ragazza dei giorni nostri, alle prese con le difficoltà che tutti possiamo comprendere appieno, ovvero la frenesia che le toglie il fiato, le app di dating che le suggeriscono sempre casi umani e che le fanno venir voglia di scappare a gambe levate. Rebecca invece vorrebbe qualcosa di diverso: galantuomini ancora in grado di corteggiare sul serio una donna, proprio come si faceva una volta e come ci hanno raccontato tanti romanzi. Ed è proprio durante una rievocazione Regency che Rebecca si trova inspiegabilmente catapultata nel 1816, un anno di grandi cambiamenti per la Londra dell’epoca, un anno di nuove speranze, in quanto il fantasma di Napoleone, che tanto aveva condizionato in negativo il decennio precedente, è stato finalmente messo a tacere con l’esilio all’isola di Sant’Elena, successivo alla sua sconfitta a Waterloo.
Rebecca, inizialmente spaesata e ovviamente molto confusa, pian piano si rende conto della sua nuova realtà e della possibilità – davvero unica nel suo genere – di sperimentare in prima persona tutto quello di cui ha letto nei libri e che l’ha fatta sospirare nei romanzi. In questo suo nuovo presente Rebecca Sheridan è infatti la figlia di un marchese, ora affidata alla zia e al cugino, una ragazza con una dote considerevole e tutto quello che serve per muoversi nel migliore dei modi nell’alta società. Ha la possibilità di vivere in prima persona feste, balli e corteggiamenti, ma di farlo consapevole di come si è evoluta la storia, di come ha progredito la società e delle future invenzioni che tanto hanno aiutato l’umanità. Il suo è un punto di vista sempre arguto e oggettivo, che non idealizza né il passato né il futuro, ma spinge il lettore a riflettere sugli ultimi due secoli e sulle numerose conquiste sociali, tecnologiche e mediche che spesso oggi tendiamo a dare per scontato.
Rebecca non sarà solo destinata a diventare la debuttante più ambita nella Londra del 1816, alle prese con corteggiatori a cui sulla carta non potrebbe dire di no, in primis fra tutti un duca di bell’aspetto, e con uno invece per nulla raccomandabile, un corsaro della porta accanto di nome Reedlan Knox, che finora ha saputo domare i mari in tempesta ma deve ancora fare i conti con la cocciutaggine di una ragazza “moderna”. In questo romanzo la protagonista sarà alle prese anche con più di un mistero – un assassinio e una possibile cospirazione – che renderà davvero difficile il rispetto di tutte quelle ferree regole che solitamente condizionano la vita di una signorina di buona famiglia dell’Ottocento.
Cosa sceglierà alla fine Rebecca nella difficile sfida tra passato e futuro? Per scoprirlo, dovete assolutamente leggere il romanzo.
02/09/2023